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I valdesi partecipano attivamente alla costruzione dell'Italia risorgimentale

Bibbia

Con la fine del ghetto alpino i valdesi si trovarono coinvolti nel processo risorgimentale e vi si impegnarono attivamente, convinti di dover partecipare al rinnovamento del paese non solo sotto l'aspetto politico e sociale ma anche religioso.
Per esprimere questo loro impegno i valdesi, come gli altri evangelici, usarono il termine "evangelizzazione". Parlando di "evangelizzare" l'Italia essi non intendevano fondare una nuova religione, ma, come Valdo, rendere attuale il messaggio dell'Evangelo: diffondere la Bibbia, stimolando la riflessione teologica per un rinnovamento della fede cristiana. Questa opera di testimonianza fu effettuata a livello di predicazione con l'apertura di sale di conferenze e di locali di culto, ma si espresse anche nel campo dell'assistenza e con particolare impegno in quello dell'educazione. Venne creata una diffusa rete di scuole elementari e si può dire che ogni comunità evangelica ebbe una sede scolastica; il maestro insieme al venditore di Bibbie fu il personaggio tipico dell'evangelismo italiano. Ed accanto alle scuole, convitti, orfanotrofi, scuole di artigianato, altrettanto intenso fu l'impegno nel campo sanitario ed assistenziale con fondazioni di ospedali, ricoveri per anziani, asili. 
Dopo il 1848 i valdesi non furono però i soli evangelici presenti in Italia. Gruppi di esuli politici che si erano rifugiati in Europa ed avevano conosciuto il protestantesimo, tornando in patria, diedero vita ad una chiesa libera italiana.
Giunsero però anche dal mondo anglosassone esponenti di chiese evangeliche, in particolare metodiste che diedero vita con la loro predicazione a comunità in molte parti del paese.